Chi siamo?

Sperimentatori. Del pensare e del fare.

Professionisti. Provenienti dal mondo accademico universitario e artistico, della formazione, dell’impegno civile e sociale.

Donne e uomini. Che credono nella necessità che alla cultura vada assegnato un ruolo predominante nei processi di formazione degli individui e di crescita del Paese. Che attribuiscono un potenziale di liberazione enorme ai gesti del “fare” ed alle parole del “pensare”.

Il nostro gruppo di lavoro è un “cantiere” all’interno del quale si erige, su fondamenti teorici di diversa provenienza disciplinare, una “casa comune”, un luogo di sperimentazione di pratiche e di idee nascenti dall’incontro fra le Scienze sociali (Antropologia, Sociologia), con il loro ricercare, comprendere e spiegare il modo in cui l’uomo si è mosso e si muove nello spazio e nel tempo, dunque nei diversi suoi luoghi, con le diverse sue creazioni, alimentando le diverse sue storie, e l’Arte, quella particolare attività umana tesa a creare attraverso forme, colori, suoni e parole, prodotti culturali ai quali riconoscere valore estetico.

Scienze sociali per sviluppare pensiero critico.

Arte per sviluppare azione creativa.

Insieme per alimentare una lettura consapevole del “reale”, unite per la progettazione responsabile di un suo radicale miglioramento.

La funzione creatrice dell’immaginazione appartiene all’uomo comune così come allo scienziato sociale e all’artista; è essenziale alle scoperte scientifiche come alla nascita dell’opera d’arte, ma è anche da noi ritenuta condizione “necessaria” della vita quotidiana di tutti. Questa contemporaneità caratterizzata ovunque, anche nei luoghi di produzione del sapere, dal "mito della produttività  e dalla realtà del profitto", stimolatrice di precareità esistenziali e flessibilità valoriali ed ideali, nella quale predomina la formazione di "uomini a metà" fedeli esecutori e diligenti consumatori, è una contemporaneità afunzionale al completo sviluppo ed alla libera espressione delle donne e degli uomini che la vivono e necessità per questo di essere cambiata. Ma per mutarla occorrono esseri umani pensanti e creativi che sappiano usare la loro immaginazione: per cambiare il futuro bisogna prima crearlo.

   

“Mai come oggi è stato tanto importante risvegliare l'immaginazione per creare alternative radicalmente nuove per ogni aspetto della vita quotidiana. Ora che l’'immaginazione stessa viene assorbita dai media, la concretezza del pensiero [critico]-creativo può ben essere il tonico per ridarle vigore giovanile"

(G. Rodari)

 

La metodologia di lavoro da noi sperimentata si sviluppa così tutta intorno a due concetti ispiratori: partecipazione ed empowerment.

Il principio partecipativo guida ogni nostra azione culturale finalizzata all’attivazione di quel corredo di potenzialità di cui sono in possesso tutti gli individui, adulti e ragazzi, normodotati e diversamente abili e le diverse comunità alle quali appartengono. Un principio che ripone fiducia nelle infinite capacità e qualità delle persone, nelle risorse della loro cultura d'appartenenza e dei contesti territoriali nei quali vivono, nella forza del bagaglio di conoscenze individuali di cui noi tutti siamo portatori fin da bambini.

Un metodo dunque che riconosce, stimola e alimenta la responsabilità individuale nel determinare i propri percorsi di sviluppo culturale e sociale.

Le azioni e gli interventi centrati sull’emporwement mirano invece a rafforzare il potere di scelta dei singoli, migliorandone le competenze e le conoscenze in un’ottica non solo formativa ma anche emancipatoria. Le finalità dunque perseguite attraverso le diverse progettualità da noi proposte mirano a favorire lo svilupparsi di processi di costante, progressiva e consapevole crescita delle potenzialità dei fruitori dei nostri interventi, accompagnati da un parallelo incremento di autonomia ed assunzione di responsabilità.

Per il tramite del “fare” artistico, le persone coinvolte nei nostri laboratori sperimentano concrete occasioni di crescita delle proprie potenzialità, del proprio “potere personale”; contemporaneamente, per il tramite del metodo socioantropologico che taglia trasversalmente tutte le attività proposte, i singoli individui ed i gruppi possono scoprire nuove modalità interpretative della realtà storica e sociale che li circonda e li plasma, potendo così meglio cogliere in esse condizionamenti e minacce, occasioni favorevoli e opportunità.

Valorizzarsi come centro di decisioni significative e come sorgente di iniziative, di intenzioni e di scelte.

Ecco il fine.

Tutti gli esseri umani valgono.

Tutti gli esseri umani possiedono.

Tutti gli esseri umani sono.

E’ per loro che noi creiamo, formiamo, lavoriamo, viviamo, siamo.

 

“C’è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo: forse c’è chi si sente soddisfatto così guidato.

C’è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo: c’è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato.

C’è pure chi educa, senza nascondere l’assurdo ch’è nel mondo, aperto ad ogni sviluppo ma cercando d’essere franco all’altro come a sé, sognando gli altri come ora non sono:

ciascuno cresce solo se sognato”

(Danilo Dolci)